Come un uomo si identifica e trova continuità nel proprio bambino, così la Terra rispecchia sé stessa nel piccolo cocomero.
L’universo si espande, esplode ed implode, e noi tutti è come se fossimo imbarcati su una navicella spaziale che vaga senza meta nell’immensità del cosmo, in mezzo a turbini di materia ed energia.
Ma noi invece di prenderci cura del nostro veicolo, agiamo come un naufrago che affondi la propria imbarcazione nel mezzo dell’oceano.
Ciò che avviene a danno dell’ anguria, è emblematico dell’opera spesso scellerata che l’umanità compie ai danni del proprio pianeta.
Il frutto ha già iniziato a donare una parte di sé stesso all’umanità ma essa, rappresentata dal cono di vetro, compie un’azione brutale ed inutile, come quella di perforarlo.
E’ questo che fa l’uomo nei confronti del pianeta che lo nutre: invece di averne rispetto, pur di raggiungere i propri obiettivi effimeri e fin troppo spesso egoistici e sovra dimensionati, non esita a colpire con arroganza quell’ambiente che lo ospita, ponendo alfine un grave pregiudizio per la propria, stessa sopravvivenza.
L’uomo e la terra, completato nel 2010, è un’olio su tela delle dimensioni di 80x100 cm.
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